Damien Hirst è in mostra a Venezia in questi giorni. Il celebre artista è noto per le sue opere d’arte spesso esagerate, ma soprattutto per il costo delle sue creazioni. Potere ammirarle in questo giorni a Palazzo Grassi nella mostra dal titolo Treasures From the Wreck of the Unbelievable, una mostra nella quale l’artista britannico sistema letteralmente delle opere sul fondo marino creando dei falsi manufatti recuperati da un ipotetico relitto.
Posto che queste opere sono certamente bizzarre, ma che probabilmente andranno a ruba come le precedenti di Hirst, cosa determina il valore di un’opera d’arte sul mercato? La risposta potrebbe apparire semplice: la domanda. I collezionisti di tutto il mondo sono in competizione tra loro per la miglior collezione privata, un asset economico che col tempo aumenta di valore. Si acquistano quadri e sculture preziose di artisti affermati, vivi, sperando di rivenderli in seguito quando il principio di scarsità lavora al loro fianco. Un artista deceduto non può più proporre opere d’arte, pertanto aumenta il valore di quelle rimanenti, soprattutto se ha avuto un prezzo costante nel tempo. Poi dipende anche dalla situazione contingente e dal valore dell’artista. La Pietà di Michelangelo per esempio non avrebbe valore di mercato oggi contemplato e ciò vale anche per alcune opere conservate nei musei.
Comunque, posto che il mercato recita un ruolo da protagonista, la quotazione di un’opera si fa sia utilizzando un metodo di comparazione con altri artisti, sia valutando effettivamente il costo dell’opera, della sua lavorazione e del margine effettivo. Il mercato poi ruota intorno a nomi, sui quali la critica spesso non concorda. La capacità di un artista di spuntare prezzi maggiori dipende anche dalla qualità del suo agente, del gallerista, nel proporli con precisione in momenti storici particolarmente positivi.
Nel metodo comparativo, valutando altri artisti della medesima corrente o dello stesso periodo o luogo di formazione, si può stabilire una linea sopra o sotto la quale sarà fissato un prezzo di acquisto.
Per un artista non affermato questo è il metodo migliore. Un pittore o un fotografo che vogliano vendere le loro creazioni possono farsi aiutare da un gallerista, che svolge anche il ruolo di agente, perché ha contatti con le persone che contano nel mondo dell’arte (i rapporti personali, per dirla col ministro Poletti, sono fondamentali anche in questo settore) oppure visitare i siti di gallerie d’arte dove vengono messi in vendita i dipinti o le foto.
La domanda del mercato è fondamentale: a far aumentare il prezzo concorrono delle buone recensioni sulle riviste specializzate oppure sui giornali “mainstream” se qui ci scrive un critico d’arte rinomato. La capacità di un artista di saper giocare sul principio di scarsità, cercando di non svendersi troppo e saper partecipare alle mostre giuste, magari inserendosi all’interno di una corrente artistica che possa fare da traino (un dipinto di un altro pittore della stessa corrente potrebbe essere valutato molto bene e fare da traino per l’intero settore). E poi sapersi costruire una reputazione basata sulla capacità di stupire, senza fare vuota provocazione. Non tutti sono Vermeer o Picasso, ma il mercato fintanto che non è in crisi necessita di novità.